E' arrivato Dicembre, un mese freddo, ma il Coro Montevenda, anche quest'anno, come già da diversi anni in prossimità del Santo Natale, è pronto a scaldarvi il cuore nella
Parrocchiale di Santa Maria Assunta,
il 17 p.v. - ore 21.00.
con
"EA CIARA STEA"
Con i sempre meravigliosi canti natalizi, si è pensato di raccontarvi il Natale in favola. L'abbiamo fatto perché sappiamo che il Natale è la festa di tutti i bambini del mondo e, in seconda battuta anche dei grandi. Allora, cosa meglio di una forma letteraria come la favola per far capire il significato profondo della natività ai bambini? C'è un bambino che nasce, ma non un bambino qualsiasi, è Gesù il Figlio di Dio che viene sulla terra. E per un bambino, come meglio immaginarselo Gesù Bambino in viaggio dal cielo alla terra, se non a bordo di una astronave a forma di stella cometa? Del resto la stella cometa a Natale sta ovunque: sulla porta delle case, sull'albero, sul presepe, su cartoline e biglietti di auguri. A questo punto immaginiamo il sorriso degli adulti di fronte a tanta ingenuità. Crediamo però, che prima di giudicare la favola "cosa per bambini", sia necessaria una riflessione: davvero ci crediamo tanto adulti da aver compreso il profondo significato della Natività di Cristo? Del Figlio di Dio che vuole sperimentare la nostra umanità dalla nascita alla morte? E allora, anche una favola, come EA CIARA STEA, può aiutare tutti noi, grandi e piccini, a comprendere il grande mistero d'amore che il Santo Natale nasconde.
Disembre xe rivà, on mese fredo,
ma che a grandi e picoi scalda el core
co’ Nadae, eà festa che mi credo
inventà da l’amor del Creatore.
Ne parla dell’Avvento del Signore,
in casa el presepio se prepara,
al ventisinque nasse el Redentore
che ne porta eà pace, merce rara.
Me amia na ‘olta me contava,
al caldo davanti al fogoeàre,
eà storia de Giuseppe e de Maria.
Che a Betlemme na stea ga brilà
ai pastori na grupia ga indicà
dove Bambin Gesù jera indormesà.
Na verità del tuto fora moda
par via del consumismo e del folclore,
el mondo de tuto par ch’el goda,
ma poco deà bontà e de l’amore.