Come nasce un Coro? Se mettete in un calderone una buona dose di passione per la musica, la bravura di un maestro, un animo gentile, amicizia e affiatamento. Ma questi ingredienti non bastano, secondo me. Ci vuole anche l'amore per la natura e l'influenza, magari accepita inconsciamente, di essa.
E qui a Galzignano la natura dona a piene mani. La primavera gloriosa che1 riempie di fiori e di colori le tenere valli, l'estate carica di doni, l'autunno opimo di vino generoso, /'inverno malinconico. Ecco, io penso che tutto ciò incida nell'animo dei coristi.
Deve per forza essere così altrimenti non si spiega la loro ipersensibilità. Così la canzone malinconica e triste (e quanta ineluttabile tristezza a volte) è in funzione del ricordo delle va/// spoglie d'inverno, e la canzone al/egra, spumeggiarne di note, è una inconscia derivazione dello scoppiare dei fiori in primavera. La dolcezza del canto ricorda l'ombra dei castagni nei meriggi assolati. Il vigore di una frase musicale si adatta alla visione dei vigneti carichi d'uva. Ecco, io penso che il Coro Montevenda, che tanti successi ha avuto, e tanti, sono sicuro, avrà, come linfa vitale ha l'azzurro del cielo, il bianco dei petali dei fiori del ciliegio portati via dal vento, l'oro del sole.
Un paese benedetto non poteva che avere un Coro alla sua altezza. Un Coro di gente-forte e generosa, rude e gentile, semplice e buona.
Dino Durante
I PRIMI PASSI
Galzignano è sempre stato orgoglioso del suo gruppo corale. Allora si chiamava "Schola cantorum,, ed esprimeva gran parte della sua attività sostenendo il canto nellefunzioni di chiesa. La riforma liturgica voluta dal Concilio, impose alle "Scholae cantorum,, un drastico cambiamento di rotta mettendone molte in crisi. Il nostro gruppo corale, per un concorso di circostanze nelle quali ebbero parte notevole il coro "Tre Pini,, di Padova e il Maestro Gianni Malatesta, trovò nel canto popolare e di montagna nuovi stimoli di interesse che lo indussero ad imboccare questa strada.
Nacque così, nel luglio 1968 il "Coro M onte venda,, i cui e-lementi erano gli stessi della vecchia "Schola cantorum,,. I primi tempi furono caratterizzati da un grande entusiasmo e da ancora maggiore inesperienza. L'entusiasmo ci spingeva a sottoporci a massacranti prove due o tre volte alla settimana, oppressi da un caldo soffocante; l'inesperienza ci consentiva di affrontare spavaldamente, senza mezzi e senza adeguata preparazione, concorsi come Adria e Lecco ai quali conveniva il fior fiore dei cori italiani. Eppure non fummo ultimi, anzi a Lecco prima, per ben due volte, e poi anche ad Adria risultammo addirittura tra i cori finalisti.
Inesperti e scalcinati finché volete, ma felici, tanto felici. A noi bastava cantare; era questa la comune passione che ci univa e che ci consentiva di trascorrere insieme ore indimenticabili.
Don Mario Ceccato
Il Coro passa nel 1970 sotto l'attenta e valida direzione del Maestro Angelo Ceccarello già baritono del Coro ed esperto organista. Messosi in vista nei concorsi nazionali di Adria e Lecco (4° e 5° posto), il gruppo potè allora vantare una rispettabile reputazione nell'ambiente Corale Italiano che gli permise di partecipare ad alcune importanti manifestazioni, tra le quali merita di essere ricordata l'ottima esibizione al Teatro Verdi di Padova in occasione di una Rassegna che vedeva riuniti alcuni tra i migliori complessi italiani.
La saggia impostazione dell'attività osservata in questo periodo, dette al Coro la possibilità di rinnovarsi, selezionando le voci, inserendo alcuni giovani entusiasti, che ora sono tra i pilastri del Coro, e migliorando infine, il repertorio.
Restano vivi di quel periodo i ricordi di un'attività che ha visto numerose ed applaudite esibizioni del Coro, delle quali i più "anziani" amano ancora parlare rievocandone con nostalgia i felici momenti.
In dieci anni di attività il Coro Montevenda è stato diretto successivamente da tre maestri.
Infatti, dopo i felici ed incoraggianti successi ottenuti sotto la guida di Don Mario Ceccato e di Angelo Ceccarello, il Coro è diretto dal 1975 da Gianni Malatesta.
Ci sembra inutile parlare di lui; chiunque si trovi in qualche modo dentro all'ambiente Corale Italiano non può ignorare la sua fama legata alle sue armonizzazioni e composizioni che ormai hanno fatto veramente "scuola".
Inizia, all'insegna di questi presupposti, un importante periodo per il Coro che nel giro di due anni si trova completamente mutato e rinnovato. Sotto due mani esperte come quelle di Gianni, il gruppo acquista brio, si ringiovanisce, ma soprattutto riesce a trovare una propria personalità e fisionomia, obiettivi questi che ogni Coro va cercando nel suo cammino verso il successo.
La serietà del lavoro si concretizza ben presto in una fitta attività concertistica che vede, tra l'altro, il Coro primo all'8° Festival dell'Appennino Reggiano a Toano (RE).
Il Coro inoltre comincia ad attirare molti giovani del paese richiamati dalla vivacità dell'ambiente: con il loro entusiasmo e con la loro utile presenza questi giovani alimentano ora le file del gruppo, che in ogni sua esibizione stupisce appunto anche per l'età dei suoi componenti. È una presenza viva quella di Gianni.
Egli sa guidarci con saggia prudenza tra gli ostacoli, sa galvanizzarci nei momenti opportuni, ma soprattutto sa offrirci quel calore "umano", quasi un affetto paterno, che a nostro avviso è una delle caratteristiche fondamentali per fare di un maestro una valida guida. In questo importante lavoro merita un particolare encomio anche uno di noi, un personaggio che ha saputo reggere le sorti del Coro con fredda determinatezza e con tanto entusiasmo e voglia di fare. Si tratta di Marcellino Schiavo, per tanto tempo nostro presidente, che ha tanto operato per noi, per il bene del Coro, al quale spetta ora una nostra calda e giusta riconoscenza.
Finalmente il Coro dopo nove anni di attività riesce a incidere il suo primo disco dal titolo "Galzignano, Amica terra". Viene pubblicato nel Giugno del 1977 e presentato all'ormai affezionato pubblico di Galzignano la sera del 1° Luglio nella "nostra" chiesa Vecchia, simbolo indiscusso di tante importanti tappe del Coro.
È una serata indimenticabile: il pubblico veramente numeroso, accorso in occasione di un fatto tutto sommato "nuovo" per il paese, il pre-gievole effetto coreografico creato appositamente per il concerto, la chiesa scintillante in ogni suo angolo, sono tutte immagini che resteranno a lungo nei nostri cuori.
Ma in fondo tutto ciò è anche un premio che ripaga tutte le nostre fatiche, la nostra assiduita, il nostro impegno. Ed è per questo che pensando a quella serata, pensando al disco, pensiamo con una punta d'orgoglio di avere fatto qualcosa di valido, di lasciare una testimonianza della nostra passione autentica per la musica che qualcuno certamente apprezzerà.